La corretta gestione dei tre pilastri del Sistema Sanitario Italiano
La pandemia determinata dal virus COVID 19, che sta modificando il nostro stile di vita, sta anche velocizzando una serie di cambiamenti in campo sanitario, principalmente nello sviluppo di modalità operative che consentano di gestire al meglio il diritto alla salute di tutti i cittadini.
Il problema è sicuramente mondiale, ma il nostro paese, che ha sviluppato da tempo un Sistema Sanitario Nazionale articolato, potrebbe riuscire a rappresentare un modello virtuoso se i dettami politici ed organizzativi riuscissero ad essere coerenti con questo sistema fondato su tre pilastri quali la sanità pubblica, la sanità integrativa e la sanità privata.
La crisi pandemica in corso ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che il diritto alla salute non può in alcun modo essere esercitato se non in presenza di un sistema sanitario pubblico universale che garantisca il diritto alla salute di tutti i cittadini, principalmente delle fasce più deboli ed a rischio della popolazione.
La sanità pubblica deve essere sempre di più indirizzata a gestire crisi sanitarie come quella in corso ed a garantire il livello emergenziale degli interventi sanitari praticabili tramite un’assistenza territoriale che sia in grado di presidiare le situazioni critiche.
L’errore che commette e ha commesso chi ha gestito e gestisce l’indirizzo politico e gestionale della sanità è stato duplice: da un lato è stato errato pensare che la sanità pubblica potesse coprire tutta la popolazione per tutte le problematiche sanitarie esistenti ed emergenti perché, in questo modo, si sono frazionate le risorse disponibili su uno spettro interventistico ampissimo ed impossibile da gestire, dall’altro lato è stato ugualmente errato considerare il ricorso ai privati la soluzione ottimale per risolvere i problemi perché, con questa modalità, si sono delegate responsabilità comuni e sociali che un privato non può riuscire a gestire.
Sull’argomento è necessario essere oggettivi e determinati: la gestione della sanità non può essere realizzata in funzione di ideologie politiche, di qualsiasi tipo siano, ma deve essere operata con lucidità organizzativa ed avendo chiaro l’obiettivo che è e rimane la salvaguardia della salute dei cittadini.
Da un lato il pilastro della sanità pubblica, quindi, dovrebbe essere sempre più focalizzato sulla gestione emergenziale e sulla tutela delle fasce più deboli della popolazione, che è il compito principe di uno stato di diritto e non può in alcun modo essere delegato, mentre il pilastro della sanità privata dovrebbe offrire soluzioni integrative a quanto garantito dal sistema pubblico, che è il compito che può essere delegato all’imprenditoria privata.
In questo quadro strategico complessivo diventa quindi indispensabile il secondo pilastro, che è il trait d’union tra il primo pilastro pubblico ed il terzo pilastro privato, che nel nostro paese già esiste ed è giuridicamente e legislativamente legittimato, rappresentato dalla sanità integrativa, che può intervenire in sostituzione e integrazione della sanità pubblica, di fatto supportandola, e che può mitigare gli aspetti economici dell’intervento privato, rendendolo più praticabile.
La sanità integrativa, garantita dagli Enti legittimati a gestirla quali Fondi Sanitari, Casse di Assistenza Sanitaria e Società Generali di Mutuo Soccorso, rappresenta, quindi, un elemento imprescindibile nella corretta gestione del Sistema Sanitario Nazionale.
Innanzitutto, poiché si fonda sul concetto della mutualità, la sanità integrativa rappresenta un diritto sociale della popolazione, legittimandone il diritto di associarsi per garantirsi soluzioni che diversamente non sarebbero operabili dal singolo cittadino.
In secondo luogo, poiché gli Enti di sanità integrativa sono gestiti con una modalità no profit, la sanità integrativa consente di focalizzare tutte le risorse comuni messe a disposizione degli associati sulle loro problematiche sanitarie.
Anche in questo caso è necessario comprendere che una gestione ibrida della sanità integrativa rappresenta però solo una scorciatoia che non consente di cogliere tutte le soluzioni che un modello di mutualità pura offre.
Assicurare le prestazioni di un Ente di Sanità Integrativa significa trasferire tutte le limitazioni e le problematiche di soggetti privati, quali le compagnie di assicurazione, ad un soggetto gestito secondo principi mutualistici.
Problematiche rappresentate dalle modalità di proposizione, che per un assicuratore sono storicamente basate sul mercato della domanda, determinando un evidente stato di anti selezione del rischio condizionante, quindi, livello e modalità delle prestazioni erogabili, mentre per un soggetto mutualistico si fondano sul principio dell’offerta che, per sua stessa genesi, permette di esercitare l’ampliamento della base associativa come elemento principale ed utile a determinare il principio della “porta aperta”, garantendo condizioni migliori.
Limitazioni rappresentate anche dal sistema di gestione dei rimborsi, che per un assicuratore è fondato su valutazioni di opportunità che determinano un alto livello di contenzioso, mentre per un ente mutualistico è basato sui principi della correttezza reciproca e del diritto comune di tutti gli associati, con evidenze di litigiosità molto limitate.
Di conseguenza, diviene indispensabile anche determinare come gli Enti che esercitano il sistema della mutualità pura possano essere l’unico modello corretto per gestire il secondo pilastro della sanità integrativa.
In conclusione il primo pilastro del sistema sanitario rappresentato dalla sanità pubblica, da un lato, ed il terzo pilastro gestito dalla sanità privata, dall’altro, non sono due mondi che non possano comunicare, come spesso succede, ma sono due mondi che devono collaborare, però per farlo hanno necessità di un “ponte” che integri i concetti di profit e no profit in una logica sociale e questo “ponte” può essere rappresentato dalla sanità integrativa gestita con i principi della mutualità pura.
Solo percorrendo questo modello strategico si potrà realizzare compiutamente e definitivamente il sistema sanitario a tre pilastri già esistente, che proietterebbe il nostro paese a divenire un modello virtuoso nella gestione della sanità, nel completo rispetto dei valori sociali, dei principi di uguaglianza e del diritto costituzionale alla salute.